Martius (Marzo)

Il Sapere Storico
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Martius (Marzo)

Il Sapere Storico. De Historia commentarii
Pubblicato da Andrea Contorni in Calendario Romano · 25 Gennaio 2021
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Martius (Marzo)

"Martius" era il primo mese dell'anno nel Calendario Romuleo. Nel Calendario civile di Numa Pompilio era il terzo dopo "Februarius" secondo Macrobio e Plutarco o il secondo dopo "Ianuarius" per Ovidio. In ogni caso "Martius" segnava l'inizio dell'anno sacro e degli uffici religiosi. Era un mese importante e ricco di festività, simbolo del risveglio della Natura e dell'inizio delle attività. "Martius" deriva dal nome stesso del Dio Marte, padre di tutti i romani. colui che giacendo con la vestale Rea Silvia diede vita a Romolo e Remo. Marte non è solo ed unicamente il Dio della guerra, caratteristica che gli fu attribuita in seguito all'assimilazione con il greco Ares. Dobbiamo risalire alle origini del culto che legavano Marte anche al contesto agreste, come una divinità protettrice dei campi e fecondatrice delle messi. Questo aspetto sembra essere confermato da una preghiera contenuta nel "De agri cultura" di Marco Porcio Catone, nella quale Marte, con l'epiteto di "Silvanus", è invocato a protezione dei raccolti. Da notare anche la probabile corrispondenza del dio romano con due antichissime divinità italiche: da un lato Maris, dio etrusco connesso alla morte, alla resurrezione e al ciclo riproduttivo e vitale della Natura, dall'altro il latino Mavors, figlio della Grande Madre Juana, strettamente legato alla vegetazione e alla Natura e solo in seguito alla guerra e all'arte militare. Marte è il protettore delle attività agricole e simboleggia pertanto le peculiarità stesse dei Romani, popolo di agricoltori e di guerrieri. Il primo Marzo, a Roma, veniva spento il Fuoco Sacro di Vesta, utilizzando l'acqua della fonte di Giuturna. Il Fuoco poi era di nuovo acceso e dunque rinnovato con legni sacri. Sarebbe stato mantenuto vivo per tutto l'anno a venire a garanzia dell'identità stessa di Roma. Alle Calende di Marzo ricadevano anche le Matronalia in onore di Giunone Lucina (protettrice delle nascite). Le matrone si recavano al tempio della Dea sull'Esquilino recando fiori e incenso e pregando per la solidità del matrimonio. Il 9, i Salii Palatini sfilavano portando in processione i dodici scudi sacri ("ancilia") e le dodici lance di Marte ("hastae Martiae"); rappresentavano rispettivamente l'autorità giuridica e quella militare. I sacerdoti intonavano canti in latino arcaico, i Carmina Saliaria. Lo spirito guerriero di Roma era così risvegliato e sull'Urbe era invocata la protezione degli Dèi. Anna Perenna, Dea che presiedeva al perpetuo rinnovarsi dell'anno, era festeggiata il giorno 15. Ovidio ci racconta che quando Marte si invaghì di Minerva chiese aiuto ad Anna Perenna. Ma questa rifilò uno scherzo al Dio della guerra, fingendosi proprio Minerva. Per tale motivo, la sua festa che si teneva in un bosco sacro, era un'occasione per il popolo di dare sfogo alla propria allegria. Infine ricordo che il 23 Marzo era segnato dalla cerimonia del "Tubilustrium" nella quale si inaugurava la stagione delle campagne militari. Le trombe da guerra ("tubae") venivano fatte oggetto di un lavaggio sacro ("lustrium").

Il Tubilustrium

Il 23 marzo era un giorno particolare per il calendario religioso antico-romano. Il 19 i Salii compivano la Lustrazione delle Armi mentre nei collegi delle Arti si celebrava la Dea Minerva. Questa festività molto importante sia per Marte che, soprattutto, per Minerva era chiamata con il nome di Quinquatra perché si celebrava appunto il quinto giorno seguente le Idi di Marzo (Varrone) o perché durava in effetti cinque giorni chiudendosi appunto il 23 (Ovidio). L'epilogo del periodo Minervale era caratterizzato dalla cerimonia del "Tubilustrium" nella quale si inaugurava la stagione dedicata alle campagne militari. Le trombe da guerra ("tubae") venivano fatte oggetto di un lavaggio sacro ("lustrium"). Tra il 22 e il 23 marzo sarebbe morto Attis, paredro di Cibele, colui che guida il carro della Dea. Sono tante le leggende che girano intorno ad Attis e al suo rapporto con Cibele. Ricordiamo che ad Attis era dedicato un ciclo di festività dal 15 al 28 marzo dove si celebravano la morte e la resurrezione del dio anche con riti molto cruenti come il "Sanguem" in Gallia. Attis infatti, secondo la tradizione, sarebbe risorto dalla tomba tre giorni dopo essere morto. Corsi e ricorsi religiosi...

Bibliografia:
- "La religione romana arcaica", Georges Dumézil, Bur (2017).
- "Almanacco Pagano. Festività e miti dell'Antica Roma", Pandemia, MacroEdizioni (2004),


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