La tomba di Filippo II di Macedonia

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La tomba di Filippo II di Macedonia

Il Sapere Storico. De Historia commentarii
Pubblicato da Andrea Contorni in Ellenismo · 28 Agosto 2019
Tags: VerghinaTombe
La Tomba di Filippo a Verghina vicino Salonicco.

Nell'antichità i Greci si sono sempre considerati superiori agli altri popoli per la loro Storia, per la lingua, per la cultura e l'arte, per il ruolo centrale delle "poleis", le città-stato culla della democrazia. Atene, Corinto, Tebe tra le "poleis" più conosciute hanno brillato per secoli. Sparta ha costituito una sorta di eccezione nel mondo greco.

I Macedoni si consideravano anch'essi Greci ma i Greci non li consideravano tali. Definiti rozzi, primitivi, violenti, dal dialetto sgangherato e per nulla inclini all'arte, i macedoni apparivano agli occhi di un ateniese, come una sorta di sua imitazione mal riuscita. Lo stesso Demostene definì Filippo II, padre di Alessandro un bruto, un vero e proprio barbaro.

Tralasciando l'immenso talento militare di Filippo, la scoperta della sua tomba a Verghina, vicino Salonicco, ha rovesciato nei posteri questa visione "barbarica" dei macedoni rivelando una realtà ben diversa. Nel 1977, sotto un tumulo, l'archeologo greco Andronikos riportò alla luce la tomba del grande re macedone. All'interno furono rinvenute opere di estrema raffinatezza, magnifici oggetti e letti in avorio e in oro, ritratti straordinariamente realistici, pitture rupestri policrome raffiguranti scene di mitologia e di caccia.

L'ingresso monumentale è sormontato da un fregio dorico affrescato con una grandiosa scena di caccia che purtroppo è gravemente danneggiata. La tomba fu costruita intorno al 336 a.C. ed è considerata tra le più grandi scoperte archeologiche mondiali. Nella foto la ghirlanda e l'urna d'oro dalla tomba attribuita a Filippo II.



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