Vladimiro Maccari - Il Sapere Storico. De Historia commentarii

Il Sapere Storico
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Articolo a cura della redazione di www.ilsaperestorico.it

Vladimiro Maccari

È nato a Roma nel 1990. Appassionato di ogni argomento del sapere umano, si è laureato in fisica e attualmente insegna matematica al liceo. Vive a Mentana, in provincia di Roma, a pochi passi dal monumento dedicato ai caduti della battaglia del 1867. Accanto alla scienza ha sempre avuto una forte passione per la storia e per la scrittura. Da poco più di un anno ha aperto il blog "Narrare di Storia", dove si occupa di recensioni di romanzi e saggi, scrive articoli divulgativi di storia, intervista e segnala autori esordienti. Collabora attivamente con la Newton Compton Editori. "La Gladiatrice. Una storia del regno di Domiziano" è il suo primo romanzo. Ci troviamo verso la fine del I secolo d. C. L’imperatore Domiziano, che si fa chiamare con l’appellativo di "dominus et deus", annuncia la sua visita in una città del nord Italia. Per festeggiare l’evento, ordina che siano preparati in suo onore dei giochi tra gladiatori. Il nobile Gaio Valerio, organizzatore dei giochi, deve soddisfare la volontà dell’imperatore di veder combattere una gladiatrice. La prescelta è Eilis, schiava di origini britanniche che nell’arena si è guadagnata il soprannome di Fenice. Le richieste imperiali però non si fermano qui…

Cinque domande

01. Vladimiro, tu sei guidato da una grande passione per la Storia che ti ha portato all'apertura di un blog di approfondimento e al grande passo di scrivere e pubblicare un romanzo di genere. Come ti sei avvicinato alla Storia e come è scoppiato questo immenso interesse per la materia? E per curiosità, è scaturita prima la volontà di scrivere in rete aprendo un sito o quella di dedicarti appunto a un romanzo storico?
Salve a tutti! Voglio anzitutto ringraziare “Il Sapere Storico” per questa intervista. La passione per la Storia è senza dubbio legata alla famiglia e al territorio in cui sono nato. Mio padre, grande lettore, ha una biblioteca molto vasta di qualche migliaio di volumi su ogni possibile argomento. Ha saputo coinvolgermi e trasmettermi un grande amore per il sapere. Devo davvero ringraziarlo per questo! Ho avuto anche la fortuna di nascere a Roma, città meravigliosa e carica di storia, e crescere a Mentana, a pochi passi dal monumento e dal museo dedicato alla battaglia del 1867, che vide Garibaldi sconfitto dalle forze franco-pontificie. Senza dubbio è scaturita prima la volontà di scrivere un romanzo. Avevo sette o otto anni quando lessi uno dei miei primissimi romanzi: "Il corsaro nero" di Salgari. Iniziai subito a scrivere una storia di pirati! Con il tempo e la maturità sono approdato al romanzo storico. Il blog "Narrare di Storia" è un corollario della mia passione per la storia. Nella vita insegno matematica e fisica, quindi mi piace variare un po’ nel tempo libero!

02. Il lavoro di ricerca e di documentazione alla base di un romanzo storico, deve essere capillare. Il romanzo "La Gladiatrice" è supportato da un grande impegno in questo senso da parte tua, su un argomento, quello dei gladiatori, più o meno conosciuto da tutti, ma che tu hai reso "speciale", trattando una "particolare" categoria di gladiatori...  Come hai organizzato questo grande lavoro di ricerca storica?
La ricerca storica è importantissima. È una questione di rispetto verso il lettore che, comprando e leggendo il romanzo, decide di darci fiducia. Non possiamo deluderlo o, peggio ancora, ingannarlo! Per questo, inizio sempre leggendo un testo "generalista" sull’argomento e poi procedo con testi e articoli specialisti. Per mia fortuna, l’avvento di Internet ha semplificato l’intero processo, ma bisogna sempre fare attenzione alla qualità della fonte che si va a leggere. In fase di scrittura del romanzo, poi, spuntano sempre domande all’apparenza banali ma a cui non è facile dare risposta. Per esempio, come si rivolgeva un legionario al proprio centurione? Esistevano formule prestabilite come in un qualsiasi esercito? Ebbene la risposta è che, semplicemente, non lo sappiamo. Il narratore come me deve quindi "riempire" in modo "storicamente credibile" buchi di questo tipo.

03. Perché dedicare un romanzo a una gladiatrice? Da dove nasce l'idea di contemplare e descrivere la prospettiva femminile riguardo un contesto che appartiene, anche nell'immaginario collettivo, soprattutto agli uomini?
È stata una scelta consapevole. Ho voluto ribaltare quello che è un topos narrativo che, dall’antichità ad oggi, è rimasto praticamente immutato: l’attrazione delle donne di ogni classe sociale per la figura virile, maschia e tragica del gladiatore. La letteratura romana dell’epoca è piena di riferimento in tal senso. Anche un famoso ritrovamento a Pompei ha contribuito al consolidarsi di questo mito. Volevo scrivere un romanzo diverso dal solito e quindi quale occasione migliore che partire da un fatto storico ormai accertato - l’esistenza di gladiatrici - per elaborare una trama originale? Aggiungiamo che nell’antica Roma la donna-guerriera non era contemplata, ed era anzi un segno tipico di una civiltà barbara quello di consentire alle donne di combattere.

04. I protagonisti del tuo romanzo, Gaio Valerio e Eilis, si muovono sotto il regno di Domiziano, il "terribile" imperatore che alla morte venne investito dalla damnatio memoriae. Perché hai deciso di ambientare la tua storia in questo determinato periodo della Storia romana e riguardo Domiziano, c'è qualche aspetto che ti ha particolarmente colpito del suo operare o della sua personalità?
In fase di ideazione del romanzo ero indeciso su quale imperatore scegliere come antagonista e quindi in quale periodo ambientare la storia. Gli altri "candidati" a questo poco invidiabile ruolo erano Caligola e Nerone, ma alla fine ho scelto Domiziano. Mi ha convinto un aneddoto raccontato da Svetonio. Un giorno, trovandosi ad assistere a dei giochi organizzati da Domiziano, un uomo si lamentò a voce alta che il gladiatore che stava combattendo poteva battere l’avversario ma non l’imperatore, lasciando intendere che il combattimento non fosse regolare. Domiziano fece gettare l’uomo nell’arena in pasto ai cani. Insomma, siamo di fronte ad un imperatore severissimo, capace di grandi crudeltà e deciso ad affermare ad ogni costo il suo ruolo di "signore e dio" dell’impero. Un antagonista perfetto per i nostri protagonisti: Gaio Valerio, cioè un senatore idealista e oppresso da questa tirannia, ed Eilis, una gladiatrice resa schiava dai Romani.

05. Scrivere e pubblicare un romanzo è una bella impresa di cui andare fieri. Qual è il bilancio finale che hai tratto da questa esperienza? "La Gladiatrice" rappresenta un traguardo o un "via" verso nuove avventure letterarie e non solo? Puoi anticiparmi qualche tuo progetto futuro?
È stata un’esperienza fantastica. Nella vita privata sono una persona estremamente riservata. In effetti per molti anni ho scritto storie e romanzi in totale solitudine creandomi una sorta di spazio privato in cui rifugiarmi. Il primo traguardo è quindi del tutto personale: mi sono confrontato con il giudizio di numerose persone tra amici, recensori e semplici lettori. Ho inoltre appreso che, con la tecnologia attuale, è possibile (a volte persino raccomandabile) auto pubblicarsi. Non è facile, è difficilissimo, perché lo scrittore oggi deve saper fare tantissime cose in più rispetto al passato. Con questo primo romanzo ho capito cosa so fare (o che posso imparare a fare!) e cosa invece no. Per il futuro, non mi sono ovviamente fermato con la scrittura. Con buona probabilità il nuovo anno vedrà l’uscita di altri due romanzi storici ambientati nell’antica Roma: il seguito de "La Gladiatrice" e un romanzo tutto nuovo a tema militare. Saluto con affetto tutti i lettori de “Il Sapere Storico”!

Per approfondire
Immagini e fotografie
- Immagini e fotografie sono pubblicate per gentile concessione di Vladimiro Maccari. Tutti i diritti riservati.

Data di pubblicazione articolo: 15 Gennaio 2020
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