Matteo Bruno - Il Sapere Storico. De Historia commentarii

Il Sapere Storico
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Incontro con lo scrittore Matteo Bruno...

Matteo Bruno è uno scrittore di Perugia con all'attivo diversi romanzi storici tra cui, Dodici Città, Syracusa - La vendetta di Nicone e L'Ultimo Spartano.
Articolo a cura di Andrea Contorni
Il Sapere Storico - Matteo Bruno, scrittore
Matteo Bruno

Nato a Perugia, ha frequentato l'Università del capoluogo umbro, laureandosi in Scienze Politiche. Dopo aver fatto esperienze lavorative di vario genere, si è dedicato alla stesura di sceneggiature per docu-film. Per alcuni anni, inoltre, ha preso parte a progetti volti all'integrazione europea. Al momento è impegnato nell'insegnamento. Come scrittore ha esordito pubblicando con Leone Editore "Oro, Sole e Sangue" (2013), ambientato nell'America dei conquistadores. Nel 2014 vede la luce il suo secondo romanzo storico dal titolo "Dodici Città"; il lettore è catapultato nell'Italia Centrale a cavallo tra il mondo etrusco e quello romano arcaico, in un contesto misterioso e affascinante che attinge nella mitologia. "Syracusa - La vendetta di Nicone", edito nel 2015, porta Matteo a vincere il Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa "Il Golfo" (La Spezia, 2016). Il filone dedicato alla Storia Antica prosegue con il romanzo "L'Ultimo Spartano", pubblicato nel 2017. L'ultima creatura concepita è "Waterloo - I Cento giorni leggedari" con BookRoad. La grande passione per la Storia permette a Matteo di scrivere sempre nuove avventure di donne e uomini in tempi lontani; i loro sentimenti, le paure e le speranze rivivono nei suoi intensi romanzi...

Cinque domande...

01. Matteo, tu hai all'attivo diversi romanzi storici pubblicati, non solo di Storia Antica. Come è nata in te questa grande passione per la scrittura e quali sono state le motivazioni che ti hanno portato a specializzarti nel romanzo di genere storico?

Direi che la passione per la Storia (la maiuscola non è un refuso) ce l’ho sempre avuta nelle vene fin da bambino, si tratta di una sorta di "malattia" tipica della mia famiglia. Va da sé che, pur avendo letto romanzi di ogni genere, ho sempre preferito quelli di ambientazione storica e così, nella ormai lontana primavera del 2011, in un periodo in cui ero senza contratto di lavoro, avendo molto tempo a disposizione, decisi di cimentarmi io stesso nella stesura di un’opera di questo genere. All’inizio non avevo in mente che una vaga idea della trama, e non sapevo neanche se sarei mai arrivato a scrivere l’epilogo, però a poco a poco, capitolo dopo capitolo, mi sono accorto che la storia da me ideata era credibile, e che alla fine ogni elemento disseminato nel corso della narrazione aveva motivo di esistere. Solo alla fine, alla quadratura definitiva del cerchio, mi sono reso conto di aver fatto qualcosa di "bello", e la mia impressione è stata subito confermata dai primissimi lettori, persone di fiducia cui sottoposi il manoscritto. Ecco com’è nato tutto, da un inizio un po’ casuale e senza alcuna aspettativa!

02. Nel 2014 hai pubblicato "Dodici città", un romanzo ambientato nel VI secolo a.C. a cavallo tra il mondo etrusco e quello della Roma delle origini. Ci troviamo in un'epoca storica arcaica in cui spesso il mito e la leggenda avvolgono le vicende degli uomini. Cosa ti ha portato ad affrontare questa sfida letteraria, trattando un periodo storico comunque nebuloso, difficile anche da comprendere in base alle fonti a disposizione?

In effetti "Dodici Città" ha una cornice storiografica estremamente lacunosa, ma proprio per questo ancor più affascinante per un autore di romanzi, che ha il grandissimo vantaggio di poter  colmare le carenze con la fantasia. E di fantasia ne ho utilizzata molta, lo ammetto, cospargendo il tutto con qualche goccia derivata dal Fantasy, che è un altro dei miei generi letterari preferiti. Scrivere quest’opera mi ha portato a spostarmi di museo in museo per gran parte della Toscana, dell’Umbria e del Lazio, l’area in cui è ambientata la vicenda e che ho faticosamente cercato di immaginare così come poteva essere 2500 anni fa. Ciò è vero anche per le descrizioni dei paesaggi naturali. Ad esempio il lago Trasimeno (da me ben conosciuto perché a pochi chilometri da casa mia) è cambiato tantissimo dai tempi degli Etruschi ad oggi, e descriverlo com’era è stato divertente e faticoso al tempo stesso. Nel romanzo ho proposto un’interpretazione tutta mia della cosiddetta Leggenda del Trasimeno (la storia d’amore proibita tra la ninfa Agilla e il principe Trasimeno), e ciò vale per tutti gli elementi mitologici che affiorano qua e là nel corso della narrazione. A livello di immedesimazione, in fase di stesura questo romanzo mi ha dato grandissime soddisfazioni poiché nei mesi in cui ero impegnato a scriverlo ho veramente avuto la sensazione di fare un viaggio indietro nel tempo.

03. Il romanzo che allo stato attuale sembra averti dato maggiori soddisfazioni è "Syracusa. La vendetta di Nicone" edito nel 2015. Prima di tutto è di nuovo apprezzabile la scelta di un periodo storico particolare e poco trattato che tu hai affrontato con serietà e accuratezza. Come sei arrivato in Sicilia sulle orme di un esule ateniese?

Sai, per un autore ogni romanzo è una sorta di "figlio", per cui diventa difficile, se non proprio sconveniente, eleggerne uno a preferito. Ciononostante "Syracusa" è certamente una delle opere che mi ha dato maggiori soddisfazioni (come ad esempio farmi vincere il Premio "Il Golfo", ed. 2016), e anche una di quelle di cui di tanto in tanto ne rileggo qualche stralcio più spesso e più volentieri. La prima volta che sono stato a Siracusa avevo dieci anni, ci passai durante una vacanza con i genitori e rimasi subito basito dalla bellezza e dalla particolarità del luogo, un vero incanto di colori, odori e profumi. Più tardi, al liceo classico, avevo una professoressa di greco antico che ci parlava sempre dei poveri ateniesi lasciati a languire nelle latomie di Siracusa, ragion per cui, quando molti anni dopo decisi di ambientare un libro nella Magna Grecia, mi è venuto quasi naturale ispirarmi a quella vicenda. Particolarità di questo libro è che ho voluto cimentarmi nello scrivere in prima persona e al femminile, peraltro in un contesto culturale come quello greco antico del tutto sfavorevole alla condizione delle donne. Questo mi ha creato qualche difficoltà di narrazione, e ho dovuto persino inventare un personaggio apposito che all’inizio non era stato previsto, spero che i lettori abbiano apprezzato!

04. All'inizio dell'epopea di Alessandro Magno, tu sposti l'attenzione su una nobile decaduta dal trono della Storia, ovvero Sparta. La "polis" è la protagonista del tuo ultimo romanzo "L'Ultimo Spartano" seguendo le vicende di Filocrate di Megalopoli. Ancora una volta, sei riuscito nell'intento di scovare una storia nella Storia, allontanandoti dal "troppo conosciuto".

"L’Ultimo Spartano" ha una genesi molto particolare in quanto la sua ideazione risale ad un piovoso pomeriggio autunnale, un giorno in cui sfogliavo un libro dedicato alle battaglie dell’Antica Grecia davanti al camino di casa. Fu così che conobbi re Agide III, il principale personaggio realmente esistito del romanzo, e mi lasciai ispirare dalla sua vicenda, la storia di un coraggioso perdente. Sì, poiché quella che racconto nel libro è la Storia dal punto di vista degli sconfitti, da coloro che cercarono di opporsi ad Alessandro il Macedone, che noi Occidentali tendiamo solitamente a vedere invece sotto una buona luce. Non me ne voglia il Grande, non ho nulla contro di lui (anzi, magari rimedierò con un altro romanzo), solo cercavo la cornice migliore che facesse emergere la vicenda di Filocrate, il mercenario di fantasia protagonista del romanzo. Inoltre gli eventi che portarono alla battaglia di Megalopoli sono ingiustamente poco conosciuti e poco studiati, anche per questo li ho scelti, perché cercavo di fare qualcosa di originale. Quali soddisfazioni mi ha dato? Tante, tantissime! La più grande è stata forse quella che non mi aspettavo: è piaciuto tantissimo alle lettrici, forse ancor più di "Syracusa", che invece avevo appositamente pensato per un pubblico femminile.

05. Te la senti di fare un bilancio sulla tua esperienza di scrittore di romanzi storici dagli inizi fino ad oggi? Sappiamo quanto è difficile affermarsi nel panorama letterario italiano... tu hai qualche rimpianto sulle scelte fatte finora e per il futuro cosa hai in programma? Nuovi romanzi, nuove sfide o cos'altro?

Questa è una domanda molto interessante, e ti ringrazio per avermela posta. Fortunatamente di rimpianti non ne ho, credo di aver sempre fatto tutto al massimo delle mie capacità e possibilità, nonostante questo ho imparato che la cosa più difficile non è tanto scrivere (e neanche scrivere bene), quanto piuttosto farsi leggere e farsi conoscere. Purtroppo la qualità aiuta ma non sempre è sufficiente. Al momento ho altri due romanzi in cantiere (anzi, direi ben più che avviati), entrambi di genere storico anche se ambientati in epoche a noi più vicine rispetto a quelle trattate finora: è una nuova sfida per me, un passaggio necessario per "staccare" dall’ambientazione Antica, senza ovviamente escludere di tornarci in futuro. Inoltre mi piacerebbe scrivere prima o poi un’opera di saggistica (sempre ovviamente storica), magari su un argomento che mal si presta ad essere trattato in chiave romanzata... Vedremo.

Per approfondire
- www.facebook.com/MatteoBrunoScrittore: Pagina Facebook ufficiale di Matteo Bruno.
Immagini e fotografie
- Immagini e fotografie sono pubblicate con il permesso di Matteo Bruno. Tutti i diritti riservati.

Data di pubblicazione articolo: 08 Agosto 2019
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