Matteo Grudina e Romans Langobardorum - Il Sapere Storico. De Historia commentarii

Il Sapere Storico
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Incontro con il rievocatore storico Matteo Grudina (2° parte)...

Matteo Grudina organizza l'evento di rievocazione "Romans Langobardorum" a Romans d'Isonzo. Esperto di scherma medievale, combatte come un guerriero longobardo.
Articolo a cura di Andrea Contorni
Il Sapere Storico - Matteo Grudina, rievocatore storico
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Matteo Grudina

Nato a Gorizia il 24 Luglio del 1984, Matteo è cresciuto sulle colline del Collio, territorio di confine italo-sloveno, presso il Comune di San Floriano del Collio. Attualmente vive a Mariano del Friuli, paese della provincia goriziana. Lavora nel settore logistico ferroviario ed è una persona molto attiva nello sport, nel volontariato e nell'associazionismo culturale. Ha iniziato la sua "carriera" da rievocatore storico nel 2005 con il Gruppo di Rievocazione del 1200 "Arma Antica" di Gorizia di cui è stato elemento trainante fino al 2012. Dal 2006 al 2011, all'interno del raggruppamento internazionale "Jomsvikings", si è cimentato nella rievocazione vichinga. Nel 2011 ha fondato l'Associazione di Rievocazione Longobarda "Invicti Lupi" a Romans d'Isonzo. In tutti questi anni ha continuato a collaborare e a partecipare a eventi di altri periodi storici. Studia e pratica la scherma da combattimento ed è un giocatore di football americano, dal 2013 nella squadra dei "Sentinels Isonzo" di Redipuglia. Con questa compagine ha vinto nel 2017 il titolo italiano di 3° Divisione. Pratica anche il body building dal 2006 ed è appassionato di corse e camminate nella natura. Fa parte del Consiglio Provinciale di Gorizia della UISP (Unione Italiana Sport per Tutti). Matteo è sempre stato molto attivo nel campo del volontariato; oltre alle tante attività promosse con gli "Invicti Lupi", è stato membro dell'Agesci fin da bambino e si è dedicato al ruolo di educatore di bambini e ragazzi dagli 8 ai 21 anni dal 2005 al 2013. È donatore di sangue presso Fidas, sezione di Romans e per quanto possibile offre sempre il suo aiuto alle altre associazioni. Persona dalla forte carica spirituale, ama la natura e il mondo animale verso i quali ha una vera e propria empatia che ha condizionato da sempre in modo positivo la sua esistenza.

Tre domande...

04. "Romans Langobardorum" è un progetto a tutto tondo tra rievocazione, valorizzazione del patrimonio storico-archeologico, divulgazione e quanto altro. Dal 2013, ogni anno, hai speso tutto te stesso per questo evento con un impegno e una passione davvero encomiabili. Si è appena chiusa l’edizione 2019, vuoi trarmi un bilancio? E a distanza di anni dalla prima edizione, le sensazioni e le emozioni nell’organizzare e nel partecipare a questa manifestazioni, per te sono sempre le stesse?

Davvero è un evento per il quale ho sempre dato tutto e, col senno del poi, ho sempre rischiato molto. Sono vive nella mia mente tutte le sette edizioni finora svolte, tutte le gioie e i dolori, tutta la fatica per organizzare e tutta la mia personale crescita a livello organizzativo-logisitico-burocratico di anno in anno. Col tempo ogni edizione è divenuta più difficile da gestire per tutte le nuove norme e noie che sono comparse negli anni. Da qui il mio riferimento al "rischiare molto" perché è fondamentale che ci sia sempre una persona che si accolli tutti i rischi civili e legali (e fidatevi che ce ne sono davvero molti, chi organizza e firma lo sa bene) legati all’organizzazione di un manifestazione pubblica, che ci sia una persona che crede con tutta se stessa in quello che sta realizzando e che sia pronta al rischio ben consapevole che se succede qualche rogna o disgrazia, questa avrà un peso sulla propria vita. E negli anni ho continuato a prendermi questa enorme responsabilità perché credo in questo progetto e in cosa possa offrire a chi lo vive. D’altro canto con gli anni aumenta la sicurezza in noi stessi e siamo più bravi ad affrontare i problemi grazie all’esperienza accumulata. Mi fa sorridere pensare che alcune cose che mi preoccupavano a livello organizzativo sono una sciocchezza rispetto alle problematiche delle ultime edizioni. Ma è normale, l’evento per fortuna cresce e quindi porta nuovi pensieri.

Riguardo alle sensazioni ed emozioni delle quali mi chiedi, ti rispondo che mi emoziono ogni anno anche se magari non lo do a vedere. Certo sono emozioni diverse, sussulti dell’animo mai uguali, ma il mio fuoco interiore scintilla sempre anche se diversamente. I miei occhi brillano quando vedo i volti interessati e felici di adulti e bambini che assistono, quando qualcuno si avvicina per ringraziare del lavoro svolto, quando vedo il luogo riempirsi di pubblico, quando sento le voci e le acclamazioni durante gli spettacoli, ogni volta che mi rendo conto che ogni fatica viene ripagata. Sento dentro di me un brivido scorrere nel cuore e ciò mi ripaga di tutto. È difficile da comprendere se non si ha una visione della vita simile alla mia ma è ciò che vivo. In fin dei conti lavoro al progetto tutto l’anno o magari da anni prima perché non tutto si può realizzare subito. Nei giorni precedenti e successivi alla rievocazione il lavoro è centuplicato perché bisogna innalzare e smontare tutte le strutture per trasformare l’area naturalistica in un luogo di accoglienza e non sempre si riescono a trovare braccia disponibili ad aiutare. La stanchezza mi coglie solamente dopo l’evento e mai durante perchè in quei giorni il fuoco che mi brucia dentro mi dona energie per svolgere ogni cosa, tappare ogni buco, studiare al volo ogni eventuale soluzione e piano alternativo. "Romans Langobardorum" è figlia mia, una mia idea che nonostante tutte le difficoltà ho creato e portato avanti, ed è una figlia che vuole e deve crescere, una figlia che seguirò ancora per molto tempo finchè non arriverà dove ho sognato per lei.

L’edizione di quest’anno ha purtroppo pagato il dazio di un mese e mezzo ininterrotto di pioggia che è costato molto caro. Ma nel corso della mia vita ho imparato sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno e così ho fatto anche per questa edizione da alluvione! Le attività dedicate a bambini e ragazzi sono state un successone e il tempo ha graziato il corretto svolgimento della notte al museo, della camminata notturna al parco archeologico con i racconti per i più piccoli visitatori, delle visite guidate delle scuole ai campi storici. Uno dei quattro spettacoli di combattimento è stato svolto regolarmente, anche se una parte sotto la pioggia, e questo ci consentirà la creazione di un nuovo cortometraggio che presenteremo a fine estate, il quale sarà il trampolino di lancio per l’ottava edizione. C’è stato l’interesse e la presenza di emittenti televisive come la Rai Regionale (che ha realizzato un programma bilingue "Lynx" con diffusione italiano-slovena) e l’emittente regionale Telefriuli che ci ha consentito di entrare nelle case di moltissimi nostri corregionali. Il lato negativo della faccenda riguarda i mancati incassi previsti del chiosco, (nostra maggiore fonte di finanziamento al fine di offrire sempre gratuitamente l’evento al pubblico), a causa del fortissimo maltempo che si è scatenato da metà rievocazione e che ci ha lasciato in rosso, ma non bisogna mai piangersi addosso. In un modo o nell’altro troverò una soluzione per uscirne e proporre una nuova edizione ancora più coi botti! Ripercorrendo tutte queste edizioni i passi da gigante sono stati notevoli. Sono passato dall’organizzare la prima edizione in un campo sportivo a quello che rappresenta oggi "Romans Langobardorum". In poco tempo è stato fatto così tanto, vi lascio immaginare cosa potremo ancora fare soprattutto se riusciremo ad aumentare il livello di collaborazioni e aiuti. Questa sinergia di collaborazione tra persone singole e altre associazioni è fondamentale.  Voglio ringraziare tutti questi amici che continuano a sostenermi ed aiutarmi.

05. Tu sei un esperto di scherma medievale. Quando rievochi un duello, combatti in sicurezza ma lo fai in base alla tecnica e allo stile che fu dei guerrieri longobardi. Cosa provi quando ti cimenti in un combattimento rievocativo? C’è adrenalina? E sussiste qualche timore di non riuscire o di farsi male?

La pratica sportiva all’interno dell’associazione è un tassello fondamentale perché siamo sempre stati fautori del combattimento a contatto diretto, con colpi reali ed efficaci portati a segno sul corpo. Ho insegnato ai ragazzi a sopportare il dolore, a non lamentarsi a vuoto e a cercare di evitare di farsi male nei punti critici con alcuni accorgimenti. Non siamo uno di quei gruppi che cercano di distruggersi fisicamente ma mettiamo in conto che talvolta possa accadere perché andiamo a bersaglio su tutto il corpo, testa compresa, e quindi praticando uno sport di contatto si sa fin dall'inizio quali sono i potenziali rischi che uno può correre. L’allargamento del target è dovuto alle mie esperienze iniziate nell’est Europa, nello specifico in Ungheria, nel lontano 2013 dove decisi di voler a tutti i costi mettermi alla prova con quei guerrieri che si bersagliavano anche la testa nonostante nel nostro periodo storico non ci sia una protezione per il viso. E così a oggi siamo arrivati ad un buon punto schermistico ma con ancora molto da fare, soprattutto perché bisognerebbe avere molto più tempo a disposizione per gli allenamenti e i miglioramenti, e il tempo è sempre mio nemico visto che ne ho poco!

Personalmente vivo due personalità come combattente, due facce della stessa medaglia. In palestra ho un modo di combattere più tranquillo e di studio, a un livello anche inferiore alle mie potenzialità, ma è fuori che mi trasformo. Quando scendo in campo nel corso di una rievocazione o di uno spettacolo o di un torneo, lì emerge il leone dentro di me, quella bestia dal sangue barbaro che si annida nel mio spirito; il mio fuoco divampa e divento un avversario temibile. Mi evolvo in ciò che rappresento, non sono più Matteo, io divento Grimoaldo guerriero longobardo ed è così che poi agisco. È difficile da spiegare ma il sentirsi osservato, o il dover conseguire un obiettivo, mi porta ad andare oltre i miei limiti, niente fatica o stanchezza ma solo la volontà di dimostrare il mio valore sul campo di battaglia. L’adrenalina scorre forte nelle vene. Tutti gli esercizi e gli allenamenti creano nella tua mente degli schemi di azione, l’istinto si accende, la concentrazione è massima, i muscoli sono tesi e pronti all’azione. Senti il fuoco bruciarti dentro ma ovviamente sai di non poter utilizzare la tua forza al 100% onde evitare danni gravi al tuo avversario. I rischi ci sono perché si tratta di uno sport da combattimento, ma non ho mai avuto paura. Se hai paura allora è la volta che fai male e ti fai male seriamente. La paura aumenta la probabilità degli incidenti. Bisogna sempre avere la sicurezza nei propri mezzi e avere una preparazione adeguata per ridurre i rischi (come ad esempio protezioni su mani ed articolazioni o altri punti critici, essere allenati e non improvvisare combattimenti senza preparazione, etc), oltre che un pizzico razionale di follia. Personalmente reputo che il destino abbia sempre avuto un occhio benevolo nei miei confronti perché avrei potuto subire incidenti davvero gravi ma che alla fine così non sono stati. Ho subito una punta di spada, che ha sfondato lo scudo, nella coda dell’occhio sinistro, sarebbe bastato un centimetro più in là e lo avrei perso, ma invece solo un paio di punti; ho poi subito un’altra punta di spada vicino alla narice sinistra del naso che mi ha provocato solo punti ma se fosse caduta più in basso di 1-2cm avrebbe spaccato dei denti; una lama troppo affilata di spada mi ha tagliato appena sopra lo zigomo sinistro grazie al paraguancia dell’elmo che ha deflesso il colpo, anche lì il rischio sarebbe stato più grave; una punta di scramasax piantata, con un doppio affondo mio e del mio avversario dove la peggio la ho avuta io, nella parte interna del braccio tra bicipite e avambraccio e l'acciaio è passato a filo del tendine e della vena, proprio in mezzo. Come ti dicevo, ho un buon angelo custode! Questo per citare i danni più gravi, non conto le innumerevoli contusioni di vario genere che sono normale routine.

Il timore vero è di non essere all’altezza delle situazioni che mi si presentano, per questo per me l’allenamento è una pratica costante. Sopporto molto bene la fatica e riesco a spingermi oltre i miei limiti in moltissime occasioni, anche se sinceramente non so per quanto ancora potrò farlo. Certo mi allenerò per ritardare il più possibile il decadimento, ma so anche che è inevitabile. Mi sono sempre messo alla prova e ho sperimentato varie cose perché credo che la vita vada vissuta a pieno, e nel futuro sicuramente continuerò a mettermi in gioco e a disposizione su campi di battaglia diversi. Perché si trovano sempre avversari più forti di noi ed il nostro ardore ci porta a migliorare per riuscire prima o poi a superarli, perché la via del guerriero si può percorrere anche nel mondo moderno attuale, sta sempre a noi stessi.

06. Nella nostra chiacchierata pre-intervista mi hai accennato a un nuovo progetto a metà tra lo spettacolo e la rievocazione. Me ne vuoi parlare?

Da quest'anno ho intrapreso una collaborazione con un centro di falconeria ("Acrobati del Sole" di Cividale del Friuli) e un'associazione di equitazione ("VM performance horse") per la creazione di spettacoli unici in Italia. All'interno dell'arena spettacoli del parco degli "Acrobati del Sole" proponiamo periodicamente degli spettacoli teatrali dove si mescolano falconeria, equitazione, combattimenti, recitazione, creazione di scenografie e show per far lavorare assieme tipologie diversi di animali (cavalli, rapaci, cani, animali da fattoria, etc). Si tratta di un mix unico mai visto in Italia, mentre all'estero spettacoli simili sono già presenti. Sono spettacoli che toccano tematiche storiche e fantastiche, un intreccio vincente che va a toccare l'immaginazione e lo spirito degli spettatori. Per farti un esempio nell'ultimo evento abbiamo portato in scena alcune leggende longobarde che adattate allo schema dello spettacolo si sono rivelate una formula vincente. Questa nuova sinergia è davvero importante perchè personalmente mi permette di sperimentarmi in altri campi e di apprendere nuove cose, tutto potenzialmente utile per il futuro. La mia mente qui è libera di sbizzarrirsi nell'aiutare a creare spettacoli dove non ho più i vincoli del mondo della rievocazione storica. Mi toglie alcuni paletti e mi lascia piena libertà per nuove sperimentazioni. L'impegno per la realizzazione di spettacoli del genere, dove si intrecciano vari mondi e collaborazioni, non è semplice perchè c'è molto lavoro alle spalle, ma come sempre non mi risparmierò nemmeno qui. Credo che se si ha un talento o una vocazione bisogna impegnarsi per farli fruttare al massimo. Le energie e il tempo lo si trovano anche se ci costa parecchio, ed è ciò che ho intenzione di continuare a fare con entusiasmo. Ognuno di noi ha un ruolo, un compito in questo mondo e forse questo è il mio. Per il momento procedo così.

Per leggere la prima parte dell'intervista ------> clicca qui

Per approfondire
- www.invictilupi.org: sito ufficiale dell'Associazione di Rievocazione Longobarda "Invicti Lupi".
- www.facebook.com/invicti.lupi: Pagina Facebook ufficiale degli "Invicti Lupi".
- www.facebook.com/RomansLangobardorum: Pagina Facebook della manifestazione "Romans Langobardorum".
Immagini e fotografie
- Immagini e fotografie sono pubblicate con il permesso di Matteo Grudina. Tutti i diritti riservati.

Data di pubblicazione articolo: 16 Luglio 2019
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