Charles Dawson e l'Uomo di Piltdown

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Charles Dawson e l'Uomo di Piltdown

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Pubblicato da Andrea Contorni in Preistoria · 15 Ottobre 2022
Tags: PreistoriaPiltdownArcheologiaPreistoria
Incredibili scoperte archeologiche e paleontologiche e sedicenti studiosi assurti agli onori della cronaca, bolle di sapone esplose tra lo sconcerto generale, rivelando al mondo colossali imbrogli. Il fenomeno delle bufale e delle fake news è sempre esistito. La "sensazionale" scoperta dei resti fossili dell'Uomo di Piltdown ne è un roboante esempio!

Quadro di John Cooke del 1915 con Charles Dawson.
Quadro di John Cooke del 1915. Dietro (da sinistra): F. O. Barlow, Elliot Smith, Charles Dawson, Arthur Smith Woodward. Primo piano: A. S. Underwood, Arthur Keith, William Plane Pycraft e Sir Ray Lankester.

𝐂𝐇𝐀𝐑𝐋𝐄𝐒 𝐃𝐎𝐖𝐒𝐎𝐍 "𝗜𝗟 𝗠𝗔𝗚𝗢 𝗗𝗘𝗟 𝗦𝗨𝗦𝗦𝗘𝗫".

Nato nel 1864, Dawson era uno studioso dilettante che collezionava fossili, inizialmente più per diletto che per altro. Ben presto iniziò a vantarsi di aver individuato alcuni denti di un mammifero sconosciuto e tre nuove specie di dinosauro. Le scoperte furono giudicate sensazionali e il British Museum arrivò a conferirgli una carica onoraria. Le più importanti associazioni di archeologi del Paese, non si sa per quale strano fenomeno, lo osannaro considerandolo un valente ricercatore seppur Dawson non abbia potuto vantare alcun titolo accademico. Un atteggiamento quasi inspiegabile se paragonato a quanto gli accademici guardarono sempre con sospetto alle scoperte del tedesco Heinrich Schliemann, non condividendo i metodi archeologici e di studio di quello che definivano un semplice "appassionato". Eppure Schliemann riportò alla luce i resti dell'antica città di Troia oltre le successive campagne di scavo in quel di Micene.

Dawson nel frattempo continuava a rinvenire reperti di tutti i tipi, preistorici, romani e del Medioevo. Il Sussex, la zona in cui operava, sembrava una "cava archeologica" inesauribile. Il "Mago del Sussex", come ormai veniva chiamato, portò alla luce persino una statuetta romana in ghisa, materiale impensabile per l'epoca. I presunti "nuovi" dinosauri furono chiamati scientificamente in suo onore "Iguanodon dawsoni" e a questi si aggiunse il rinvenimento del fossile di una specie vegetale sconosciuta, la "Salaginella dawsoni".

Ma nel 1912, Dawson volle osare di più. Non pago di una fama prima locale, poi nazionale, ambiva evidentemente a una mondiale. Presentò l'anello mancante dell'evoluzione umana, quello che legava gli uomini alle grandi scimmie. Frammenti di cranio e un osso mandibolare, trovati sempre nel Sussex (che coincidenza!), delinearono il profilo dell'Uomo di Piltdown, la più grande scoperta antropologica del secolo. Dalla ricostruzione del cranio effettuata da Arthur Smith Woodward, paleontologo del British Museum, si notò una quasi totale somiglianza con quello dell'uomo moderno ad eccezione della mandibola, simile a quella degli scimpanzé e delle dimensioni del cervello, circa 2/3 rispetto a quelle dell'Homo Sapiens.

Cranio dell'Uomo di Piltdown.
Ricostruzione del Cranio dell'Uomo di Piltdown

Dawson finì ben presto nell'occhio del ciclone. Se da un lato molti esaltarono l'Uomo di Piltdown come "il primo uomo inglese" in un tripudio di nazionalismo, dall'altro paleontologi seri lo bocciarono, giudicandolo da subito come un imbroglio. Dawson morì di setticemia nel 1916. I resti del suo "Uomo" vennero bollati come semplici frammenti di un cranio moderno e di una mandibola di un comune orangutan. Nel 1953, l'Uomo di Piltdown è definito ufficialmente come una beffa, così come la maggior parte dei reperti di Dawson. Non sono mai esistiti mammiferi sconosciuti, "nuovi" dinosauri e fossili di incredibili piante mai scoperte, ma solo opere di un'organizzazione di abili falsari di cui Charles Dawson era il capo.



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