Il mitreo romano di Vulci

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Il mitreo romano di Vulci

Il Sapere Storico. De Historia commentarii
Pubblicato da Andrea Contorni in Storia Romana · 13 Gennaio 2024
Tags: VulciMitreo
Il mitreo di Vulci, tra fascino e suggestione di un antico culto misterico...
Addossato alla splendida Domus del Criptoportico, il Mitreo di Vulci presenta una fedele riproduzione della statua originale del dio Mitra...
A cura di Andrea Contorni

Il mitreo di Vulci con la caratteristica statua del dio Mitra

Siamo a Vulci, antica città etrusca lambita dal fiume Fiora tra le attuali Canino e Montalto di Castro nel Lazio, in provincia di Viterbo. Nel 280 a.C. cadde sotto il dominio romano. Vulci è rinomata per le sue necropoli, tra cui quella del Ponte Rotto che annovera la famosa Tomba François.

Il Parco Archeologico di Vulci si distingue inoltre per i meravigliosi paesaggi naturali. L'area urbana presenta soprattutto strutture di epoca romana; l'Arco onorario di Publio Sulpicius Mundus sorge lungo il decumano, più avanti possiamo visitare la grande e lussuosa Domus del Criptoportico. Estesa su un'ampia superficie alla luce del sole, presenta un suggestivo ambiente sotterraneo, del tutto visitabile.

A nord della domus suddetta, addossato alla stessa, sorge uno dei mitrei più ben conservati d'Italia. In questo luogo si venerava Mitra, divinità di origine indo-iranica il cui culto misterico si diffuse nell'Impero Romano tra il II e il III secolo d.C.; l'edificio è composto da due ambienti, un'anticamera e una stanza rettangolare lungo le cui pareti corrono due banconi sorretti, ognuno, da sei archetti. Sopra vi trovavano posto  gli iniziati. In fondo, dietro un altare in nenfro, è presente una cavità nella quale trova posto la grande statua di Mitra nell'atto di uccidere un toro. Durante gli scavi è stato rinvenuto un secondo gruppo marmoreo più piccolo, simile al primo.

Nel mitreo di Vulci domina la statua del dio Mitra rappresentato nell'atto di uccidere un toro...

La statua che possiamo ammirare oggi nel luogo è una copia fedele dell'originale (conservata al Museo dell'Abbadia), realizzata dalla scultore Carlo Brignola. Il gruppo scultoreo presenta tutti gli elementi simbolici "cari" al dio Mitra ed è latore di un messaggio ben preciso. La tauroctonia è la scena cardine della teologia mitraica: il dio sgozza un toro il cui sangue feconda la terra, donandole la vita. La coda dell'animale si tramuta in spighe di grano proprio per simboleggiare questo concetto. Un cane aiuta Mitra nell'impresa mentre un serpente e uno scorpione (rappresentazioni delle forze del male) tentano invano di evitare che il sangue del toro bagni la terra. Il mitreo di Vulci fu distrutto verso la fine del IV secolo d.C. da un incendio. L'ambiente conserva un'atmosfera unica, memore del suo passato importante e suggestivo...

Note:
  • Le fotografie sono di Andrea Contorni



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