La nascita della letteratura a Roma
Storia romana > La Monarchia
Articolo a cura di Andrea Contorni
Introduzione
Durante i ludi romani del 240 a.C. Livio Andronico mise in scena un dramma teatrale che è considerato la prima opera letteraria scritta in lingua latina. Dunque in questa data ebbe inizio la letteratura latina. Eppure l'origine della scrittura a Roma si attestò dal VII secolo a.C. legata nella tradizione a miti di origine greca relativi ai culti e alla fondazione delle città. La scrittura tuttavia, fino al III secolo a.C., si limitò a determinati contesti ed usi, da quello politico a quello religioso, senza contemplare finalità letterarie. Inoltre va evidenziato che il saper scrivere era un privilegio della classe dirigente oppure di professionisti (scribae), in maggioranza schiavi di origine ellenica. In campo religioso ad esempio, le pratiche divinatorie dei Libri Sibillini erano scritte, così come le preghiere o particolari formule rituali la cui efficacia consisteva proprio nel corretto modo di tramandarne le modalità di esecuzione. Il Collegio sacerdotale dei Pontefici, che risaliva secondo tradizione a Numa Pompilio, secondo re di Roma, stilava gli Annales pontificum, una raccolta annuale di tutti i maggiori avvenimenti che avevano caratterizzato l'Urbe, dall'elezione dei magistrati a pestilenze, eclissi, battaglie vittoriose, sconfitte, trattati etc etc. Venivano elencati su tavolette lignee sbiancate con la calce (tabulae dealbatae), esposte all'esterno dell'abitazione del Pontefice Massimo. Nell'ambito politico, i trattati commerciali o quelli militari erano scritti così come lo furono le leggi delle famose Dodici Tavole, deliberate dai decemviri nel 450 a.C. Appio Claudio Cieco (350-271 a.C.), brillante personaggio politico di nobilissime origini (gens Claudia), promosse la divulgazione scritta dei formulari giuridici per mano del suo liberto Gneo Flavio. Censore, console, dittatore, valente generale, promotore di grandi opere pubbliche (la via Appia, l'acquedotto Aqua Appia), Appio Claudio fu anche un letterato, affascinato dalla cultura greca. A suo nome ci è giunta una raccolta di Sententiae, massime a carattere moraleggiante e filosofeggiante in versi saturni. Appio Claudio è considerato a ragione l'unico autore del periodo preletterario latino.
Alle procedure scritte sopra trattate si intrecciarono per tutto il periodo in questione (VII-III sec. a.C.), quelle orali che ebbero importanza basilare nella tradizione preletteraria della Roma arcaica. Ne sono un esempio i carmina, componimenti in versi, in bilico tra la prosa e la poesia, caratterizzati da sequenze di ripetizioni foniche. Troviamo quelli dei collegi sacerdotali dei Salii e dei Frates Arvales che erano dei veri e propri canti liturgici, oppure i carmina convivalia, in versi saturni, che consistevano in canti intonati durante i banchetti delle famiglie aristocratiche al fine di celebrare la gloria degli antenati della gens.
Ricordo anche i carmina triumphalia, improvvisati dai soldati per esaltare il condottiero in trionfo, quelli profetici dei vates e le neniae funebri. Discorso più approfondito meritano i fescennini versus, probabilmente originari della città etrusca di Fescennium (odierna Corchiano). Consistevano in composizioni poetiche, recitate durante i matrimoni o particolari ricorrenze legate all'attività contadina. Si caratterizzavano per la licenziosità dei versi, ricchi di insulti e contenuti osceni e volgari. I fescennini versus divennero fonte di ispirazione per la successiva produzione teatrale romana. Nel corso dei secoli infatti, vi fu un'evoluzione verso una rappresentazione inscenata dei fescennini come ci narra lo stesso Tito Livio.
"...senza un testo cantato, senza gesti che mimassero il canto, artisti fatti venire dall'Etruria, danzando al suono del flauto, eseguivano secondo il loro costume movimenti non privi di grazia. I giovani romani presero poi ad imitarli, scambiandosi frizzi tra loro in versi grossolani..."
Un tarantino a Roma. Livio Andronico (280-200 a.C.)


Una scena dell'Odissea, "La strage dei pretendenti", nell'illustrazione di Gustav Schwab (1882).
Il fondatore dell'epos nazionale latino. Gneo Nevio (275-201 a.C.)
Il termine "epica" deriva dal greco antico epos che significa "parola", nel senso più ampio del termine, “narrazione”. Il poema epico è un componimento letterario che racconta le gesta storico-leggendarie di un eroe o di un popolo. Nell'epica risiede la memoria e l'identità stessa della civiltà in questione e ovviamente dei ceti dominanti della stessa. L'Iliade e l'Odissea omeriche cantano le imprese del popolo greco, di grandi eroi devoti alla patria quali Ettore, di personaggi semi-divini quali Achille etc etc. L'Eneide virgiliana ribadì le origini mitiche dell'Urbe e fu anche un elogio politico-sociale alla classe dominante capitolina. Se Livio Andronico diede a Roma il suo primo poema epico nell'Odusia, tradotto e ricavato dall'Odissea, Gneo Nevio regalò all'Urbe il suo primo poema epico originale col Bellum Poenicum, iniziatore della tradizione epica nazionale latina. Nevio nacque nel 275 a.C. a Capua. Di origini campane, aveva ottenuto la cittadinanza romana. Fu un soldato, arruolato nelle legioni durante la prima Guerra Punica. Di presidio ad Agrigento in Sicilia, Nevio rimase molto colpito dalla vittoria finale romana sulle armi cartaginesi. Inoltre sembra che sia tornato a Roma carico di copioni greci, affascinato dalla cultura teatrale delle colonie magnogreche. Fu poeta e drammaturgo di fiera indipendenza politica. I suoi mala carmina contro la potente famiglia dei Metelli, puniti dalla legge delle XII Tavole, gli assicurarono la prigione dalla quale uscì qualche tempo dopo per l’intervento dei tribuni della plebe. Correva l'anno 206 a.C. e condannato all'esilio, Nevio morì in Africa cinque anni più tardi (201 a.C.). La sua opera maestra fu il già accennato Bellum Poenicum, poema epico di circa 5000 versi saturni incentrato sullo straordinario trionfo romano nel primo conflitto punico. Il Bellum Poenicum vedeva la luce nei terribili anni segnati dalle disfatte romane contro Annibale in terra italica. Era un momento di grave crisi per l'Urbe e un poema in grado di dare nuovo impulso alle aspirazioni nazionali e patriottiche fu visto dalla classe dirigente come un dono degli Dei. L'opera fu organizzata da Nevio secondo il modello epico ellenistico. Contava una particolarità importante: alla narrazione delle vicende storiche, l'autore alternava con sapienza quella di eventi mitici e appartenenti alla tradizione delle origini di Roma, collegate ovviamente alla leggenda troiana. Si forniva in tal modo su un piatto d'argento il corroborante legame tra la cultura capitolina e il mondo greco. Nevio inoltre in uno dei ricorsi “leggendari”, si premurava di spiegare a monte, persino la rivalità tra Cartagine e Roma, narrando dell'abbandono di Didone da parte di Enea. Come caratteristiche narrative, il Bellum Poenicum denotava quasi due anime. Da un lato, una tendenza al patetico, all'espressionismo, alla drammatizzazione tragica nel racconto mitologico, dall'altra un andamento quasi cronachistico nelle parti storiche che evidenziavano sempre e comunque i valori della collettività capitolina. Il linguaggio era solenne e spiccava per i ricercati arcaismi tra cui il genitivo femminile in -as per i sostantivi della prima declinazione. Ci rimane un esempio perpetrato nei secoli a venire nell'espressione pater familias, al posto di pater familiae. Il Bellum Poenicum ebbe una grande diffusione. Secoli dopo, Cicerone ne elogiava lo stile, superiore all'Odusia di Andronico. Continuò a circolare persino in età augustea, seppur oscurato dagli Annales di Ennio. Entrambi i poemi vennero ovviamente soppiantati dall'Eneide virgiliana.

Particolare di un affresco del Campidoglio in Roma (1510 - Musei Capitolini). Raffigurato Annibale mentre guida le truppe con gli elefanti attraverso le Alpi (Licenza Creative Commons - info di attribuzione).
Nevio fu un innovatore anche in campo teatrale. Egli creò un proprio genere drammatico: la fabula praetexta. Era un tipo di tragedia che si staccava dalla tradizione greca, sia come ambientazione che come tematiche. Assumeva le sue trame dalla leggenda e dalla Storia di Roma ed era appunto ambientata nell'Urbe. Da un lato, come per il Bellum Poenicum, le fabule celebravano la grandezza di un popolo in ascesa, dall'altro ne costituivano la memoria storica e nazionale. Ci sono giunti un paio di titoli: “Romulus” di argomento mitico (la leggenda di Romolo e Remo) e “Clastidium” di argomento storico (la vittoria contro i Galli nella battaglia del 222 a.C.). Nevio scrisse anche sei tragedie "classiche" di argomento e ambientazione greca. Nella commedia, ho già accennato della natura polemica di Nevio verso i personaggi politici a lui scomodi. Le sue opere vertevano su temi impegnativi e si risolvevano nell'attacco a determinate figure della politica, ad esempio i Metelli. Nevio fu il primo sperimentatore del genere teatrale di commedia latina di ambientazione greca, la cosiddetta fabula palliata dal pallium, la mantellina greca ridotta e squadrata, indossata dagli attori. La palliata fu introdotta in ambiente romano da Andronico ma con Nevio trovò quel florido sviluppo che costituì la base di successivi autori quali Plauto, Ennio e Terenzio. Di argomento e personaggi greci, liberamente ispirata alla commedia nuova di stampo ellenistico, la palliata non contemplava riferimenti agli usi e ai costumi romani se non in rari casi. Fu proprio Plauto, uno dei più importanti e prolifici autori dell'antichità latina, ad attuare una contaminazione delle due realtà, creando qualcosa di ancor più innovativo ed esilarante. Da alcuni frammenti della produzione comica di Nevio si nota una certa vivacità nel linguaggio, condito di colorite inventive che ritroviamo, ancora una volta, nel successivo Plauto. Nevio ne è stato il predecessore più accreditato.
Bibliografia e immagini
- "Letteratura Latina", A. Cavarzere, A. De Vivo, P. Mastrandrea. Carocci Editore.
- "Fonti per la Storia Romana", G. Geraci, A. Marcone. Le Monnier Università.
- "Storia romana", G. Geraci e A. Marcone. Le Monnier Università.
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Data di pubblicazione articolo: febbraio 2019

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