"Milites. Cammino di gloria" di Giovanni Melappioni - Il Sapere Storico. De Historia commentarii

Il Sapere Storico
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Articolo a cura di Andrea Contorni.

"Milites. Cammino di gloria" è il nuovo romanzo dello scrittore Giovanni Melappioni. Ambientato nella Roma della Repubblica, narra le vicende e il percorso di crescita del giovane Levino...

Emiliano, il nipote adottivo di Scipione l'Africano, è solo un bambino quando trova il coraggio di aiutare il vecchio Levino a scacciare dei facinorosi dalla casa della familia. Prendendolo in simpatia, l'anziano ex legionario comincerà a raccontargli in segreto la propria storia. Una storia iniziata con Marco Claudio Marcello che forza la mano al Senato di Roma per marciare contro gli Insubri, nel Nord Italia, ed eliminare così la temibile minaccia dei Galli ai confini della Repubblica. All'annuncio della leva, il giovane Levinio parte per la Città Eterna, sentendo che è arrivato il momento di fare la sua parte per l'Urbe. Attraverso il duro addestramento forgia il suo carattere e trova una casa e una famiglia tra i compagni del proprio contubernium, ma il viaggio verso Nord gli fa conoscere la cruda realtà della guerra. Tra agguati e scontri sanguinosi, dovrà apprendere la disciplina di un vero legionario e l'orgoglio di ergersi a bastione di Roma contro il caos. Con i manipoli circondati in territorio nemico e spinti verso lo scontro finale da razziatori guidati da uno spietato capo barbaro, Levinio scoprirà cosa significhino davvero per lui gli ideali di onore e gloria dell'antica tradizione guerriera di Roma.

Lo scrittore Giovanni Melappioni con i suoi romanzi.
Giovanni, dopo il racconto "L'aquila di Teutoburgo", mi aspettavo da parte tua un romanzo ambientato al tempo dell'antica Roma, nel segno però della continuità con lo scritto appena citato. Invece mi hai sorpreso con un'opera ambientata nell'era repubblicana. Mi parli della genesi di "Milites. Cammino di gloria" e della tua scelta di tralasciare l'Impero che già avevi trattato a favore di un periodo storico piuttosto complesso come quello alla base del tuo romanzo?

"Permettimi di iniziare facendo presente quanto sia onorato di essere di nuovo qui a parlare dei miei scritti, in questo fantastico spazio virtuale dove mi sento a casa. Ne sono davvero onorato. La prima volta, in effetti, parlammo di un’opera ambientata agli inizi del I secolo d.C., nell’affascinante cornice della Roma imperiale. Si trattava di un racconto lungo, un esperimento per sondare le mie capacità nell’affrontare un periodo nel quale non mi ero mai spinto, narrativamente. Ricordo che annunciai di aver preparato, oltre a quel racconto (L’aquila di Teutoburgo) una più ampia opera ambientata però nella Dacia conquistata da Traiano. Aveva anche iniziato a scrivere lo storyboard ma la vita, come sempre, è intervenuta a rendere tutto più interessante. In quel periodo iniziai a interessarmi alle sorti dei sopravvissuti di Canne, una vicenda epica e pressoché sconosciuta al grande pubblico. La loro epopea divenne una piccola ossessione, la ricerca si fece approfondita, ritrovandomi in pratica materiale per un saggio e per almeno cinque romanzi. Prima di essere assalito dal dubbio se abbandonare o meno la storia di epoca imperiale, quella in Dacia, è giunta la risposta attraverso la richiesta di collaborazione di una casa editrice di giochi di ruolo. Volevano una corposa avventura, quasi una piccola compagna, ambientata proprio nella Provincia di Dacia. Colsi l’occasione al balzo per trasformare l’idea iniziale in un modulo per gioco di ruolo che vedrà la pubblicazione nel corso del 2021 e mi fiondai a capofitto nella Roma repubblicana, da quegli sventurati ai quali avevo promesso che avrei raccontato la loro vicenda in ogni modo possibile. Milites. Cammino di gloria nasce quindi da un improvviso amore, dalla coincidenza che mi ha permesso di non sprecare un buon lavoro in corso e dalla necessità di raccontare quel periodo, perché la ricerca storica me ne ha fatto decisamente innamorare."

Scipione l'Africano (a destra) con gli altri ufficiali. A sinistra legionari romani dell'epoca repubblicana.
"Milites. Cammino di gloria" è un romanzo segnato dal profondo percorso evolutivo del protagonista. Lo si vive fin dalle prime pagine con crescente emotività perché tutti i tuoi romanzi, da sempre, sono segnati da questa capacità di far emozionare, commuovere, persino soffrire le pene dei tuoi personaggi. Al di là della perfetta ricostruzione storica e dell'eleganza stilistica dei tuoi scritti, sei consapevole di possedere questa peculiarità e ti sei mai interrogato in merito?

"Mi sono sempre rifiutato, penalizzando un poco la mia carriera di scrittore, di scoprire cosa emozioni i lettori per concentrarmi essenzialmente su come farli emozionare con ciò che fa palpitare a me il cuore. Tutta la mia scrittura è un invito a conoscere il mio mondo, a vederlo per il tempo di un romanzo con i miei occhi. Mi sento come se accompagnassi personalmente i miei lettori su un promontorio per commentare l’infinito panorama davanti a noi. Ovviamente ci sono molti dettagli oggettivi come boschi, colline, poderi, castelli e quant’altro, e accettarli per quello che sono rappresenta il rigore storico che ritengo imprescindibile; poi, però, intervengono le emozioni personali. Ecco, io mi vedo sul ciglio di quel monte immaginario a indicare punti distanti, domandando se oltre a vedere ciò che è palese, riescano a sentire i cavalli al galoppo, i battiti del cuore di un giovane in cerca di riscatto, il dolore della sconfitta, il suono della vittoria, gli ansiti dell’amore. Ogni luogo presenta emozioni che prima non si notavano, scaturite dalle mie parole. Nelle mie storie, in fondo, non racconto di situazioni mai viste. Parlo di lotta, amore, vendette, viaggi. Dai tempi dei tempi queste sono le tematiche di base di qualsiasi narrativa, ed è giusto così. Ciò che conta è donare nuovi punti di vista, nuove emozioni. Lavoro su questi aspetti con attenzione, concentrato soprattutto nello scrivere con quanta più grazia e sincerità possibile. L’emotività che traspare, in questo modo, è percepita come vera, plausibile e a quanto pare, efficace."

Nel tuo romanzo ho respirato l’aria della Res Publica in un momento particolare della Storia dell’Urbe, quasi uno spartiacque tra l’anonimato e la grandezza. In un certo senso in "Milites. Cammino di gloria", il protagonista Levinio e Roma crescono insieme in un’epoca di uomini dotati di tempra, orgoglio e spirito di sacrificio. Studiando per dotare il romanzo del suo magnifico impianto storico, cosa ti ha sorpreso del periodo suddetto?

"La Roma repubblicana è una continua sorpresa. L’indagine per rendere credibile gesti e parole dei protagonisti è stata resa ancora più interessante dalla percepibile atmosfera di grande cambiamento imminente. Roma ha conquistato e vinto territori che vanno ben oltre il continuum sociale di una tipica città-stato dell’Antichità. Si è trasformata in un "regno" (nell’accezione più generalista del termine) repubblicano. Popoli differenti per cultura, aspetto, origine, sono soggetti all’Urbe o stanno per entrare nella sfera di influenza e controllo. Inoltre, essendo Milites ambientato nel 222 a.C., è imminente lo scoppio della guerra annibalica che, come ogni conflitto della storia, non sarà solo un semplice confronto tra armi ma anche culturale. Roma si batterà su tutti i fronti ma non sarà impermeabile al fascino dell’ellenismo con il quale si confronterà in maniera decisiva proprio a partire dalla Seconda Guerra Punica. Una trasformazione che è stato interessante indagare. Marco Claudio Marcello èil personaggio che mi ha colpito di più. Forse perché spesso è messo in ombra dagli altri grandi nomi a lui contemporanei. Fu davvero un grandissimo condottiero, chissà cosa sarebbe accaduto se avesse comandato lui le forze a Canne. Magari una strage ancora peggiore, vista la sua irruenza, o forse non avrebbe proprio accettato quel campo, cambiando definitivamente la storia. Non lo sapremo mai, ma questo non ne sminuisce certo il fascino."

Giovanni Melappioni e il saggio "I legionari maledetti".
Ritieni che la Storia di Roma si sia un po' cristallizzata in un determinato periodo, come se il prima e il dopo non esistessero? Nella collettività questo processo può aver generato un'idea distorta della Storia Romana? Andando controcorrente, ti sei posto il problema di aver forse trasformato una sfida letteraria in una vera e propria impresa?

"Mi piace la parola impresa. Sottopongo tutti i miei personaggi, in qualsiasi romanzo, a vere e proprie imprese. Era giusto che anche io ne affrontassi una. Scherzi a parte, sì, il problema se accontentare un pubblico ormai consolidato che vuole Roma racchiusa tra il I e il III secolo dopo Cristo me lo sono posto. Con Milites sto chiedendo di venire a conoscere una Roma non meno coraggiosa, non meno epica e interessante ma, per certo, meno trattata dal cinema e dal resto della letteratura. Vorrei essere una voce alternativa, e per questo sono disposto a lavorare con pazienza, a creare il pubblico invece di andare a contendermelo con i soliti nomi che, a mio modesto parere, sono finiti tutti per ricopiarsi uno con l’altro in un continuo cliché fatto di "Legionario fedele, accampamento, bella schiava britannica, tradimento, fuga, ritorno, vittoria". Io non mi sento parte di quel mondo, non intendo nemmeno confrontarmici. Milites attende chi vuole conoscere Roma nel periodo della Repubblica, senza alcuno sconto alle banalità attira-lettori come improbabili storie d’amore e pecorecci slanci di orgoglio nazionale (attuale) frustrato."

"Milites" prevede un piano editoriale ben preciso. Puoi darmi qualche anticipazione in merito? E infine a pochi mesi dall'uscita, hai già tratto un piccolo bilancio di questa esperienza?

"Al momento il bilancio è falsato dal bene che mi vogliono i lettori di vecchia data. Seicento copie distribuite in prevendita per me che non ho alcuna casa editrice alle spalle è un vero e proprio trionfo. E lo sanno tutti, anche quelli che millantano millemila copie che non esistono, in Italia, come vendite. Garantito. Quindi al momento non saprei dire se la sfida di raggiungere nuovi clienti sia stata vincente, occorrerà almeno un anno. Intanto lavoro alle prossime uscite. Milites è una saga letteraria, sono previsti diversi romanzi perché l’arco narrativo abbraccerà tutta la guerra annibalica. Preparatevi perciò, perché già dal secondo volume avremo Hannibal ad portas e se gli Insubri sono stati una sfida per Levinio e compagni, pensate cosa significherà per loro affrontare uno dei più grandi condottieri dell’antichità. Ne vedremo delle belle, posso garantirvelo! Grazie per questa splendida opportunità. Come sempre, è un vero onore per me rispondere a domande mai banali, sempre molto focalizzate e stimolanti. Alla prossima occasione, non vedo l’ora."

Per approfondire
- www.giovannimelappioni.com: sito ufficiale dell'autore con articoli e pubblicazioni.
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Immagini e fotografie
- Le fotografie sono pubblicate per gentile concessione di Giovanni Melappioni. Tutti i diritti riservati.

Data di pubblicazione articolo: 08 Maggio 2021
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